Favole di corridoio

La coccinella e l’ape regina

favole a cura della 1C

 Favola 1

C’era una volta un alveare all’interno del quale vivevano api operaie, api guardie e anche l’ape regina, che era l’ape più importante di tutte. 

Un giorno l’ape regina si annoiò di cullare le nuove nascite, così uscì dall’alveare e andò a posarsi su un fiore in mezzo a un intero prato fiorito. Non si accorse subito che lì vicino c’era una coccinella che ad un certo punto le chiese: “Come ti chiami?”

L’ape rispose: “Io sono l’ape regina ma, nonostante ciò, lavoro tutto il giorno cullando le apine, prendendo il miele dalle api operaie. E invece tu che cosa fai? Voli senza alcuno scopo!”

La coccinella aspettò un momento, poi rispose: “Io volo da un fiore all’altro, impollinando di volta in volta ed è così che voi potete ricavare il nettare per il vostro miele”.

Allora, l’ape regina, imbarazzata, pensò che la coccinella fosse importante anche se non essere una regina; pertanto la rispettò e promise che non avrebbe più giudicato nessuno dalle apparenze.

[Dario Lebreno 1C]


L'ape e la coccinela di Adam Lakhouadra

disegno di Adam Lakhouadra, 1D

Favola 2

In una mattina di primavera, nel prato del parco giochi sotto casa della volpe, c’erano Isabella, l’ape regina, e Ciclamina, la coccinella, che stavano litigando.

Isabella disse: “Sono un’ape regina e quindi sono più intelligente di te!”

Ciclamina rispose che non era vero e che non voleva dire niente che Isabella fosse un’ape regina.

Allora, per dirimere la questione, il bruco Piumino decise che le due avrebbero dovuto fare una gara rispondendo a domande riguardanti la Terra.

Il primo round finì in parità.

Andarono avanti e passarono al secondo round che prevedeva domande sempre più difficili.

Ciclamina rispondeva sempre più rapidamente rispetto a Isabella e le sue risposte erano quasi sempre giuste.

Il bruco Piumino non credeva alle sue orecchie. 

Allora l’ape Isabella si complimentò con la coccinella Ciclamina perché era stata più brava di lei e alla fine si scusò con lei perché l’aveva giudicata. 

Infatti, non si deve mai giudicare dalle apparenze.

[Matteo Poletti 1C]



Favola 3

Un’ape, svolazzando nel cielo, intravide un bellissimo prato con tantissimi fiori profumatissimi e colorati. L’ape andò subito a raccogliere il polline tra un fiore e l’altro. 

In quel momento vide una coccinella che si posava su un fiore non molto bello che era cresciuto isolato, lontano da tutti gli altri. L’ape si chiese come mai tra tanti fiori la coccinella si fosse posata proprio su quel fiore brutto.

Nei giorni a seguire l’ape tornò ancora su quel prato per raccogliere altro polline e incontrò di nuovo la coccinella che si posava sempre sullo stesso fiore bruttino. L’ape, ogni giorno che passava di là, diventava sempre più curiosa, finché un giorno decise di avvicinarsi alla coccinella e chiederle come mai si posasse sempre su quel fiore. Si avvicinò, la salutò, ma la coccinella non le rispose. 

Così, l’ape infastidita decise di volare via pensando che la coccinella fosse stata molto maleducata e scortese nei suoi confronti. Il giorno dopo ancora l’ape tornò nel prato e incontrò una sua amica ape. Le due si misero insieme a raccogliere il polline quando, a un certo punto, videro la coccinella posarsi sul solito fiore. L’ape disse alla sua amica: “Ecco che arriva la maleducata del fiore brutto.” L’amica, incuriosita, le rispose: “Perché dici questo?”. Allora l’ape le raccontò l’accaduto. L’amica, che conosceva la coccinella, la sgridò e le disse che la coccinella era sorda dalla nascita e che si posava sempre su quel fiore perché era il punto dove la mamma era morta. 

Ogni anno, in primavera, quando quel fiore sbocciava la coccinella andava a posarsi sopra per pregare la sua amata mamma.

L’altra ape allora si sentì in colpa per aver giudicato dalle apparenze la coccinella. 

[Manuel Lettiero 1C]

disegno di Rebecca Graffino, 1D

disegno di Rebecca Graffino, 1D

Favola 4

Un gruppetto di api svolazzava qua e là fra i fiori di un prato. Tra di loro vi era anche la loro giovane regina Moira. Era appena diventata la regina dell’alveare e voleva dimostrare tutto il suo valore. 

“Muoviti!”, disse la regina all’operaia che prendeva del nettare da un fiore lì accanto. “Non puoi metterci tutto il giorno, abbiamo troppe cose da fare!”. La regina si rivolse poi al suo accompagnatore: “Questo miele non si produrrà da solo, l’inverno non è poi così lontano. E’ mai possibile che in questo prato dobbiamo fare tutto noi? 

Magari avessimo il tempo di oziare e pavoneggiarci come quella piccola ed insignificante coccinella”. 

Proprio lì accanto posata su un fiore, dopo una lunga giornata c’era una coccinella di nome Paolina che, suo malgrado, sentì tutto ciò che aveva detto la regina Moira. 

Così, allontanandosi leggermente per nascondersi, la coccinella scoppiò in lacrime. 

In quel momento arrivò il contadino Piero che, con uno strano arnese sulle spalle, si apprestava a cospargere il campo con del diserbante. A quel punto, alcuni insetti scapparono spaventati; altri, quelli più vicini, si nascosero fra l’erba alta. Tra loro c’erano anche Moira e Paolina.

Proprio mentre Piero stava per accendere il suo macchinario, suo nonno Giovanni lo chiamò da lontano e gli disse: “Piero che combini?” Piero rispose: “Nonno voglio uccidere tutti questi parassiti che mangiano le nostre piante”.

Allora il nonno gli rispose: “Non c’è bisogno di usare tutti quei veleni; siamo fortunati perché quel campo è pieno di coccinelle. Forse non sai che sono fra gli insetti più importanti del mondo? 

Non sono soltanto carine, non portano solo fortuna, ma, nutrendosi dei parassiti delle piante, le aiutano a mantenersi sane e rigogliose. Dove ci sono le coccinelle siamo certi che ci sia un ambiente non inquinato”.

A quel punto sul viso della piccola Paolina comparve un grande sorriso e, volgendo lo sguardo verso l’ape regina Moira, si sentì orgogliosa. A quel punto la regina si scusò con Paolina dicendole: “Scusami, ti ho giudicato male”. 

Fu così che Moira imparò un’importante lezione.

[Francesca Graffino 1C]